Così scrive Alexander Perchov, uno dei personaggi del libro dello scrittore ventiduenne Jonathan Safran Foer, alla fine del loro viaggio nel passato, rivolgendosi a Jonathan (Jonfen) ...
Il film, tratto dall’omonimo romanzo, rappresenta l’esordio cinematografico dell’attore Liev Schreiber, di origine ucraina e la sua uscita nelle sale risale al 2005 (fu presentato al Festival di Venezia).
Il titolo del libro, facendo riferimento ad una citazione da “L’insostenibile leggerezza dell’essere ” di Milan Kundera, è una delle frasi espresse da Alex, giovane di Odessa, nel suo divertente inglese strampalato e sgrammaticato per dire che “tutto è chiaro”;
le voci narranti del film, appartengono infatti l’una allo stesso Alex che racconta in questa sorta di diario la “rigida ricerca” e l’altra, è quella del giovane ebreo-americano Jonathan.
Il film si snoda attraverso i vari capitoli, raccontandoci la storia di Jonathan che, alla morte della nonna, decide, col solo mezzo di una vecchia fotografia, di partire alla ricerca della donna che durante la seconda guerra mondiale aveva salvato la vita di suo nonno dai nazisti: decide così di avventurarsi verso il lontano villaggio ucraino, facendosi accompagnare da Alex, suo interprete e il cui padre è il proprietario del’improbabile agenzia
“Viaggi e tradizione” ...