Paloma è una ragazzina di un’intelligenza disarmante, ai limiti della credibilità; il suo sentirsi “estranea”  all’ambiente familiare alto-borghese in cui vive, tra un padre troppo impegnato e assorbito dalla sua carriera, una madre perennemente in analisi e concentrata sull’intrattenere relazioni nella società altolocata parigina, una sorella maggiore nevrotica e altezzosa, e due gatti di nome Costitution e Parlement, la spinge ad organizzare un piano ben preciso per ciò che concerne il suo futuro: da lì a 165 giorni, il giorno del suo tredicesimo compleanno, lei porrà fine ai suoi giorni,  è questa l’unica soluzione per sfuggire alla sua situazione di inadeguatezza familiare e sociale...


Tutta la storia si svolge interamente in un altolocato condominio parigino: i personaggi di rue de Grenelle 7 escono ed entrano alle diverse ore del giorno dai loro eleganti appartamenti, mentre madame Michel si accinge ad eseguire e ripetere i soliti gesti quotidiani, dal distribuire la posta in ogni cassetta, al portare fuori i sacchi della spazzatura... fino al momento in cui può ritirarsi dietro alla sua guardiola, e qui la attende un altro mondo, fatto di letteratura e cultura giapponese, di musica classica, di tavolette di cioccolato gustate durante la lettura.


E di fronte al resto del mondo, Renèe continua a recitare la sua parte, tenendo la televisione continuamente accesa, esprimendosi con una sintassi non certo corretta, comportandosi come il suo mestiere di portinaia prevede.


“Quando sono angosciata , mi ritiro nel mio rifugio.

Non c’è nessun bisogno di viaggiare;

mi basta raggiungere le sfere della mia memoria

letteraria e il gioco è fatto”.



Il sapere quindi, il conoscere, la letteratura, sentiti come quell’àncora di salvezza per poter resistere alla solitudine e al dolore ...

Di certo, nessuno fra le persone che si aggirano tra gli appartamenti di Rue de Grenelle 7 immagina che dietro quell’aspetto così trasandato della portinaia Reneè possa nascondersi una creatura così colta e profonda; nessuno “la vede”, e qui, possiamo citare un momento del film in cui, trasformata negli abiti e nella pettinatura e incontrando uno dei condòmini che non la saluta, si rivolge a monsieur Ozu dicendo:”Non mi hanno riconosciuta” , e monsieur Ozu le risponde:”E’ perchè non l’hanno mai vista”, dove il “vedere” rieccheggia  il significato più profondo del termine analogamente al “ti vedo” ripetuto più volte in “Avatar”.  



La giovane attrice

Garance Le Guillermie nei panni di Paloma

"Io ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi. I miei genitori sono ricchi, la mia famiglia è ricca, e di conseguenza mia sorella e io siamo virtualmente ricche. (…) Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un'intelligenza addirittura eccezionale."

Gli attori Josiane Balasko, Garance Le Guillermie e Togo Igawa nelle parti, rispettivamente di madame Michel, Paloma e monsieur Ozu

,

E la vita sia per madame Michel che per la piccola Paloma assume un significato e un sapore diversi, proprio nel momento in cui il ricco e gentile monsieur Kakuro Ozu, vedovo come lei (che tra l’altro ha lo stesso nome di un famoso regista giapponese),  occupa uno degli appartamenti di rue de Grenelle 7: per la ragazzina, il veloce scambio di pensieri in ascensore con il nuovo arrivato (Paloma studia il giapponese), e l’inizio della bella amicizia con madame Michel , la porterà ad una nuova fiducia nel genere umano, così come per Renèe, il sentirsi “scoperta” nella sua vera natura e il condividere finalmente con qualcuno i propri interessi e passioni, la spingerà a liberarsi lentamente della sua corazza.


Simpatica l’idea della giovane regista di inserire degli inserti animati nei momenti in cui ci si riferisce alla fantasia di Paloma, quasi a voler sottolineare la peculiarità visiva della settima arte rispetto alla scrittura, anche se, d’altro canto, ciò che si perde maggiormente ed inevitabilmente nel film, è proprio il gusto che il lettore assapora, scorrendo le pagine del romanzo,  nella descrizione accurata dei personaggi e del luogo, nei passaggi molto ben dosati tra il pensiero narrante di madame Michel e quello della piccola Paloma.

La chiara denuncia verso una società costruita principalmente sui princìpi dell’ipocrisia e sulle convenzioni, riesce comunque, sia nel romanzo che nel film, ad essere accompagnata a sprazzi di ironia e spirito, come nel momento in cui madame Michel , invitata a cena nell’elegantissimo appartamento in stile orientale di monsieur Ozu, si reca alla toilette, e qui, mettendo in azione lo scarico del wc, inaspettatamente, si ritrova ad ascoltare le note di un’aria mozartiana...

Le famiglie felici sono tutte uguali; ogni famiglia infelice

è infelice a modo proprio“.

Il finale del film, in cui madame Michel, proprio nel pieno del suo ri-gustare i piaceri della vita, viene investita accidentalmente per strada e muore, è un inno  più che alla morte, alla vita, una ri-nascita sia per lei che per la piccola Paloma, che trionfalmente penserà:”Da grande voglio fare la portinaia!”...


Il risultato finale è quello di un film delicato, riconoscibilmente di gusto cinematografico francese, anche se, usciti dalla sala di proiezione, si ha come la sensazione che la regista, forse per la sua ancora acerba esperienza in campo cinematografico,  non abbia ben sviluppato il tutto, e l’impressione è quella di assistere ad un’opera incompiuta, “non finita”.


Calata perfettamente nella parte di madame Michel, l’attrice Josiane Balasko, interpreta perfettamente il suo personaggio, così come Togo Igawa, nella parte di monsieur Ozu,  ci trasporta efficacemente nell’ambiente etereo squisitamente di cultura orientale.


Di sicuro qui siamo lontani anni luce da quel tipo di cinema che si sta facendo breccia a Hollywood, quello, per intenderci del fenomeno dell’anno “Avatar”; e per citare il bell’articolo di Roberto Faenza su Cinemonitor:


Le lancette dell’orologio americano corrono all’impazzata verso un mondo che definire postmoderno sa  già di passato e di antico...”


“... Queste pellicole hanno sicuramente sbalordito gli spettatori, ma dubito che li abbiano emozionati, forse perché il viaggio verso l’estremo è appena iniziato e la sopraffazione ancora non vince sull’emozione.”

I vostri commenti

 
 

Scheda del libro (tratto da internet)


L’eleganza del riccio”

Muriel Barbery

Edizioni:

E/O

Collana:

Dal Mondo

Titolo originale:

“Le hèrisson”

Pagine:335

Data di pubblicazione:

ottobre 2007

 


Scheda del film (tratto da internet)


“Il riccio”

(Le hérisson)


Regia: Mona Achache

Sceneggiatura: Mona Achache

Attori: Josiane Balasko, Garance Le Guillermic, Togo Igawa, Anne Brochet, Ariane Ascaride, Wladimir Yordanoff, Sarah Le Picard, Jean-Luc Porraz, Gisèle Casadesus, Mona Heftre, Samuel Achache, Valerie Karsenti, Stéphan Wojtowicz

Ruoli ed Interpreti

Musiche: Gabriel Yared

Produzione: Les Films des Tournelles, Pathé, France 2

Distribuzione: Eagle Pictures

Paese: Francia 2009

Uscita Cinema: 05/01/2010 


   Le immagini fotografiche sono tratte da INTERNET

 

Molto bello il libro anche se non è finito come avrei voluto, ma si sa, la vita reale non sempre ha il lieto fine incorporato.

Però devo dire che le tue recensioni a me piacciono moltissimo!

a presto 

Laura


Ancora complimenti, banali complimenti ma veri complimenti! Ben costruita la pagina con la tua solita "eleganza " e misura, nitidi e ben calibrati i commenti che rivelano una bella "penna" e bella la composizione delle foto che aprono una porticina sul film che da quello che ho letto non ha riscosso commenti fortunati dalla critica, (clemente, dunque, e delicata, la tua riflessione sulla giovane età della regista).

Cinzia R.





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Brava Onorina, diventi sempre più precisa e professionale. Complimenti sinceri.

Sandra

Gli interni sono descritti benissimo: in alcune occasioni sembra proprio di essere lì. La figura di Renèe è molto bella: sia per le sue conoscenze erudite, sia per la sua bontà interiore; ho provato tanta sofferenza per la sua fine, se vogliamo, anche questa, come tutti gli altri suoi comportamenti in veste di portinaia, votata al bene degli altri.

Comunque, al di là del pensiero di ogni personaggio, ancora una volta, Onorina sei stata in grado di analizzarli nel profondo e di trovare in ognuno il loro lato positivo.

È stata una lettura piacevole, cui spero ne seguiranno altre che mi troveranno fantasticamente d’accordo.

Gli avvenimenti raccontati lasciano una buona impressione, indipendentemente dal fatto che il testo possa piacere o no.

Dalle tue recensioni emerge che sei d’accordo con la scrittrice e trovi ciò che lei voleva esprimere “nelle tue corde”.


Cristina B.