“Kadosh” (“Sacro”), film del 1999 di Amos Gitai; “La sposa promessa” (“Riempire il vuoto” ) opera prima della regista Rama Burshtein.
Due storie raccontate da due registi entrambi di provenienza israelita, che come tali, ci pongono di fronte le realtà estremiste delle comunità ultraortodosse di Gerusalemme (i cosiddetti haredim), le abitudini, i riti, le regole, lo stile di vita che tali gruppi comunitari conservano in maniera estremamente rigida.
Anche all’interno dei vari gruppi ultraortodossi, le tendenze politiche e religiose risultano diverse fra loro: vi sono i gruppi antisionisti con base a Meah Shearim (che significa “Il centuplo”), i quali non accettano l’idea dell’esistenza di Israele come stato ebraico, in quanto credono che la Diaspora possa aver fine solo con l’avvento del Messia; essi, non parlano l’ebraico, considerata lingua sacra, ma l’yiddish.
Vi sono poi i gruppi ultraortodossi nazionali, che accettano Israele come stato ebraico e che, oltre ad imporre norme religiose, tentano di convertire i laici.