E’ così che in questo periodo la nobiltà e la ricca borghesia si impegnano in attività industriali e commerciali, dando il via all’ascesa di nuove famiglie venute a stabilirsi a Pontremoli come sede principale delle loro attività:

nello sviluppo dei traffici commerciali, si inseriscono le famiglie dei Dosi, dei Damiani, dei Pavesi, dei Ricci, dei Pizzati, dei Negri, dei Ferdani, ...

Circostanze politiche ed economiche, favoriscono tra ‘600 e ‘700 a Pontremoli lo sviluppo di una produzione d’arte, dall’architettura all’artigianato, che trasforma l’aspetto della città.

L’evento pittorico più omogeneo, è l’instaurarvisi di un filone di pittura decorativa, la cosiddetta “quadratura”, che viene avviato da Francesco Natali; ne mantenengono  ininterrotta la tradizione i Contestabili.

Si tratta di quel genere pittorico cui spetta il compito di fingere, specie nelle pareti e volte affrescate, parti architettoniche per di più in sfondato: la figura del “quadraturista” sta dunque tra il pittore di prospettiva e quello di ornati; come inventore di ambienti illusori, si collega quindi alla scenografia.

Una delle opere scientifiche più consultate dagli artisti del tempo, è la “Prospettiva di pittori e architetti” di Andrea Pozzo, pubblicata a Roma nel 1693 e che può essere considerato come il primo trattato moderno di prospettiva applicata alla finzione pittorica.


Tra gli artisti che operarono a Pontremoli tra ‘600 e ‘700, troviamo innanzitutto Francesco e Giovan Battista Natali: il primo lavora nella Villa Dosi-Delfini e nel S. Francesco, il secondo, figlio di Francesco, in Palazzo Dosi-Magnavacca.

Artisti in chiave minore rispetto ai Natali, sono Antonio e Nicolò Contestabili; entrambe, a differenza dei Natali, non dipingono quadrature ma piccole figure collocate in paesaggi. Lavorano in Palazzo Ruschi-Pavesi e in Casa Borzacca .

Sebastiano Galeotti, fiorentino, lavora con G. B. Natali agli affreschi dell’Oratorio della Beata Vergine del Ponte, introducendo a Pontremoli il tono del rococò internazionale.

Giuseppe Galeotti, figlio di Sebastiano, pur non possedendo il respiro delle opere del padre, recupera parte della cultura giordanesca, specialmente negli affreschi di Palazzo Dosi-Magnavacca.

Sugli altri artisti del Settecento presenti con opere a Pontremoli, come il Cignaroli, il Tempesti, il Peroni, il Meucci e ancora il Ferretti, non è possibile fare un discorso organico, proprio perchè le loro prestazioni in questo centro sono in molti casi costituite da un’unica opera ( eccetto per Giuseppe Bottani che lavorò per le chiese locali e per la famiglia Venturini).

Antonio Contestabili, nato a Piacenza nel 1716 e morto a Pontremoli nel 1790, fu indirizzato al quadraturismo dallo zio Giovan Battista, diventando suo collaboratore e talvolta sostituendolo.

Lavorò moltissimo a Piacenza, decorando la cappella di S. Vincenzo Ferreri e S. Michele Arcangelo in Sant’Eufemia, oltre che, nel 1753, il Battistero della stessa S. Eufemia. L’anno successivo si trasferì definitivamente a Pontremoli, città in cui la sua attività si rivelò intensissima.


Tra le opere di quadratura dipinse:


  1. -tre stanze a Palazzo Negri, oggi Cappellini.

  2. -la sala, l’oratorio e quattro camere di Palazzo Dosi,oggi Magnavacca.

  3. -alcune stanze di Casa Petrucci.

  4. -alcune stanze in Palazzo Pavesi.

  5. -il salone e due stanze in Casa Pizzati oggi Beschizza.

  6. -un’alcova nella Casa Buglia.

  7. -la sala e due stanze in Casa Buttini.

  8. -tre stanze in Casa Cortesi.

  9. -una satnza in Casa Damiani, oggi Jardella.

  10. -una stanza in Casa Borzacca.

  11. -il presbiterio e il coro della Chiesa di Santa Cristina.

  12. -il presbiterio e il coro dell’Oratorio di San Geminiano.

  13. -decorazioni intorno all’altare maggiore e sulle pareti laterali della Chiesa di S. Giacomo di Altopascio.


Tra i quadri con paesaggi di rovine e figure, a fresco:


  1. -sei quadri e dodici dipinti a calce e stucco  sulle formelle di porte di Casa Ferdani.

  2. -due grandi quadri nel salone di Casa Ricci Armani.

  3. -due quadri nella sala di Casa Cortesini, oggi Lopez.

  4. -un paesaggio nella Cappella di Casa Dosi-Magnavacca.

  5. -perticolari nel soffitto di Casa Borzacca.

  6. -sei quadri in Casa Cheli.


Villa Dosi

Palazzo Dosi-Magnavacca

Palazzo Dosi-Magnavacca

Secondo lo Zucchi, talvolta, la finta prospettiva del Contestabili, risulta piatta e con scarsa profondità, così come c’è una caduta a livello cromatico per l’uso di toni pastosi e marcati; il suo momento migliore lo raggiunge nella grande prospettiva con colonne ed archi, che si trova sulla parete di fondo dello scalone di Palazzo Dosi.

Ma l’opera più nota del Contestabili fu il sipario che dipinse per il teatro dell’Accademia della Rosa con scene pastorali dove, secondo lo Zucchi-Castellini

c’è tutta la serena letizia, il brio delle luci, la trepida emozione di alcuni paesisti veneziani”.

Palazzo Dosi-Magnavacca

Il teatro dell’Accademia della Rosa

Niccolò Contestabili, figlio di Antonio, nacque a Pontermoli nel 1759.

Ben presto preferì rivolgersi a quel genere pittorico che è il paesaggio con figure, abbandonando la tradizione familiare  della pittura prospettica.

Nel 1786, Niccolò Contestabili è presente nella sua città natale, lavorando moltissimo, affrescando alcune stanze in Palazzo Damiani, oggi Jardella e dove, nel 1795, dipinse una “Favola della Niobe” e un’ “Aurora”, quest’ultimo considerato il suo ultimo capolavoro pontremolese.

Lavorò anche a Palazzo Ricci-Armani, a Palazzo Zucchi-Castellini e in Casa Borzacca.

Nel 1802 si trasferì a Firenze, dove dipinse in Casa Martelli e dove eseguì alcuni affreschi in una sala di Palazzo Pitti.

Dipinse poi nel Teatro di Volterra.

Morì a Firenze nel 1824.

Palazzo Dosi: ”Trionfo”

PalazzoPavesi

Opere di Niccolò Contestabili a Pontremoli


L’opera di Niccolò Contestabili a Pontremoli, può essere distinta in due filoni e cioè le opere con paesaggi e figure e quelle in cui vengono rappresentate scene con episodi della mitologia.

Al primo filone appartengono molti quadri ad olio di cui cinque nella Casa Ricci-Armani, nove nel Palazzo Bocconi-Zucchi e altre nelle Case Buttini e Ruschi-Pavesi.

Nelle opere a fresco lo stile rimane immutato, ma le gamme coloristiche si presentano più varie; in una stanza a galleria in Casa Buglia, ritroviamo sulle quattro pareti dieci scene pastorali e marine; a Palazzo Ricci-Armani dipinse, in un piccolo salotto, le quattro pareti, unendo paesaggi e marina e in Palazzo Damiani lavorò alla decorazione di un soffitto.

Soffitto della Jesuitenkirche di Vienna, dipinto da Andrea Pozzo (1703)

Alcune opere della famiglia di scenografiGalli Bibiena

In queste opere il paesaggio è il protagonista principale della scena.

Del secondo filone abbiamo esempi di medaglioni nelle case Ricci-Armani, Borzacca, Damiani, Pavesi, Buglia, Zucchi-Castellini.

Qui viene alternata la rappresentazione di una scena mitologica con gruppi aerei di putti svolazzanti in cielo.

Nelle scene di paese è probabile che il Contestabili tenga presente le impostazioni paesaggistiche del Cinquecento, così come le varie copie presenti a Pontremoli dello stesso soggetto rappresentante la Maddalena, si inseriscono nell’ambiente bolognese del Settecento e si allacciano alla corrente neoclassica.

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