Il racconto si snoda attraverso la storia di Tristan che, per liberare la Cornovaglia da un ingiusto tributo imposto dal popolo irlandese, uccide il cavaliere Morold, promesso sposo della principessa Isolde d’Irlanda; ferito durante tale combattimento, egli, con il nome falso di Tantris,  viene curato dalla stessa principessa che solo alla fine scopre la sua vera identità.

Quindi Tristano, per riconciliare i due paesi, conduce Isolde in Cornovaglia come sposa del Re Marke; è lungo il viaggio che Isolde, per cancellare l’affronto subìto, decide di uccidere sè e Tristano con un potente veleno, ma, Brangane, l’ancella della principessa, sostituisce il veleno con un filtro d’amore, ed è qui che la passione tra i due si rivela con tutta la sua forza.

Melot, amico di Tristano ma segretamente innamorato a sua volta di Isolde, tradisce l’amico e svela a Re Marke l’amore tra i due: Tristan e Melot si sfidano a duello e il primo cade ferito tra le braccia dell’amico Kurwenal.


Re Marke, venuto a conoscenza del filtro magico, viene a chiedere perdono con Melot, ma Kurwenal, rabbioso per la morte dell’amico Tristan, si scaglia contro Melot uccidendolo e morendo a sua volta ...

nel suo ultimo canto, Isolde invoca le note della famosa Liebestod, morte d’amore: ella cade sul corpo di Tristano, il Re benedice i cadaveri...

Isolde


Im Dunkel du,

im Lichte ich!


Tristan


Das Licht! Das Licht!

O dieses Licht,

wie lang verlosch es nicht!

Die Sonne sank,

der Tag verging,

doch seinen Neid

erstickt’ er nicht:

sein scheuchend Zeichen

zündet er an,

und steckt’s an der Liebsten Türe,

dass nicht ich zu ihr führe.



Isolde


Doch der Liebsten Hand

löschte das Licht;

wes die Magd sich wehrte,

scheut’ ich mich nicht:

in Frau Minnes Macht und Schutz

bot ich dem Tage Trutz!

O la luce,

quanto tardò ad estinguersi!

Il sole cadde,

passò il giorno,

ma non soffocò

il suo livore:

e il segno che respinge

esso accende

e alla porta lo fissa dell’amata,

che io non la raggiunga.


Isotta


La mano però dell’amata

oscurò quella luce;

a ciò che l’ancella vietava,

io non mi volli sottrarre:

in potere e tutela della Passione

ho contrastato il giorno!

Isotta


Nell’ombra tu,

nella luce io!


Tristano


La luce! La luce!

La scena 2 dell’Atto II, è imperniata sul dramma dell’opera:

la notte, è il momento di unione dei due amanti, essa li isola dal mondo reale e dà libero sfogo al loro amore, riunendoli in una cosa sola...

Il loro sentimento è destinato ad esplodere non nella vita materiale, ma nella dimensione della notte, della morte, entità più profonde  e misteriose...

Beide


selbst dann

bin ich die Welt:

Wonne-hehrstes Weben,

Liebe-heiligstes Leben,

Niewiedererwachens

wahnlos

hold bewusster Wunsch.

A due


ecco che io stesso

sono il mondo:

di gaudio sovrana opera,

d’amore sacra esistenza,

di sempiterno sopore

strenua,

soave,conscia attesa.

La musica di Wagner è da considerarsi rivoluzionaria proprio per la sua idea di Gesamtkunstwek , di “opera totale”, dove la poesia, la musica, il dramma, la dimensione visiva, si riuniscono in un unico linguaggio sintetico e completo.

Essa rompe definitivamente gli schemi tradizionali della musica di Mozart e Bach, facendo da precursore per la musica dodecafonica moderna.


La sua modernità, sta proprio nel prezioso cromatismo, nell’uso costante del leitmotiv: le innovazioni di Wagner in campo musicale, trovano sviluppo e realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da egli stesso costruito per la rappresentazione delle sue opere.


Il dramma di “Tristan e Isolde” racchiudè in sè tutto il senso del Romanticismo tedesco; l’amore dei due protagonisti  non è un sentimento semplicemente ostacolato da fattori esterni ad essi, ma una passione che trova il suo significato più profondo nella conclusiva morte.

                          Partitura dell’opera:


- 3 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti

- 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba

- timpani, piatti, triangolo

- arpa

- archi

Molto bella anche la versione dell’opera presentata al Teatro alla Scala di Milano nel 2007, sotto la direzione di Danile Barenboim e nell’interpretazione maschile dello stesso tenore Ian Storey, ma con l’interprete femminile del soprano tedesco Waltraud Meier, bellissima voce e interpretazione recitativa lodevole nei panni di Isolde... così come anche lodevoli le scene minimali di Richard  Peduzzi e i costumi di Moidele Bickel.




E questa breve pagina di ViaggiArte aperta timidamente su uno dei più grandi musicisti dell’ottocento tedesco, si chiude con uno fra i tanti brani bellissimi dell’opera wagneriana,... il Liebestod (proprio nell’interpretazione del soprano Waltraud Meier) e invita tutti ad un ascolto attento o ad un approfondimento dell’opera del grande Wagner ...

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GRONCHI FOTOARTE

Come al solito brava. Interessante, affascinante. Continua ad aggiornaci, è sempre un arricchimento dell’anima e della mente.

Sandra

Le immagini fotografiche sono tratte da INTERNET

Isolde


Doch unsre Liebe,

heisst sie nicht Tristan

und – Isolde?

Dies süsse Wörtlein:und,

was es bindet,

der Liebe Bund,...

Isotta


Ma il nostro amore

non significa poi

Tristano

e – Isotta?

La soave

paroletta:e,

ciò che essa allaccia,

il laccio d’amore, ...

E come osserva acutamente Virgilio Bernardoni nel suo

Ewig, ewig ein”: interiorizzazione poetica e azione musicale in ‘Tristano e Isotta’”:


: ... un filo sottile lega i passi in cui i due protagonisti si perdono in elucubrazioni sul valore eterno dell’uno, dell’”ein”, dell’indissolubile entità psichica e fisica generata dal vincolo dell’amore... “, e ancora:” ... l’idea poetica dell’intreccio delle identità individuali motivato dal desiderio di diventare una cosa sola in questo caso è realizzata sia sul piano testuale che musicale. Le sticotomie verbali del primo episodio ritornano infatti in perfetta identità di senso e spesso di dettato, ma a parti rovesciate, nel secondo episodio:

I.

Isotta         Ascolta, amato!

Tristano     Lasciami morire!

Isotta         Invidiosa veglia!

Tristano     Mai destarsi!

Isotta         Ma deve il giorno    

                           svegliare Tristano?

Tristano     Lascia che il giorno ceda 

                  alla morte!

II.

Tristano       Devo porgere ascolto?

Isotta            Lasciami morire!

Tristano       Devo vegliare?

Isotta            Mai destarsi!

Tristano       Deve il giorno

                    destare ancora Tristano?

Isotta           Lascia che il giorno

                    ceda alla morte!

... Mite e calmo egli sorride, apre gli occhi soavemente, - lo vedete, amici? Voi potete vederlo? Sempre più chiaro com’è raggiante, e in un bagliore di stelle alto si solleva? Non lo vedete? Come il suo cuore intrepido si espande, e forte e sacro nel petto si gonfia? E dalle labbra amorosamente miti un dolce alito si esala soave: - Amici! Guardate! Non lo sentite, non lo vedete? Odo io sola questo canto, che, sublime e calmo, piangendo felicità, tutto dicendo, mite e rasserenante risuonando da lui, penetra in me, si slancia, gentilmente echeggiando tutta m’avvolge? Questo più chiaro sussurro che intorno mi fluttua, sono onde di brezze soavi, sono gorghi di beati vapori? Se si gonfiano e intorno a me fremono, devo aspirare, devo ascoltare? Devo assorbire, affondare? Con dolcezza nei vapori effondermi? Nell’ondeggiante marea, nell’immenso fragore, nella palpitante pienezza del respiro del mondo, - naufragare, annegare, - inconsapevole, - estrema estasi!

Le tue "isole" informative sul teatro, sulla musica, sugli spettacoli, sulla scrittura e l'arte in generale sono sempre molto interessanti,  costruite con sobrietà, eleganza e profonda sensibilità.

Che dire? Aspetto la prossima e ti faccio i miei più grati complimenti ...


Cinzia