Presentato all’ultimo Festival del Cinema di Roma e applauditissimo dal pubblico, “Il concerto”, ultima fatica del regista rumeno, si muove tra dramma e ironia, caratteristiche queste con le quali Mihaileanu firma ogni suo film; lo stile richiama alla mente le note della cultura yddish, mischiando quelle di una realtà tragica come la shoah, ad una dimensione puramente irreale; non a caso, come già abbiamo detto, il regista ha collaborato con Ferreri e ama il cinema di Lubitsch...
La storia si svolge ai tempi dell’Unione Sovietica con il governo di Brežnev:
Andrei Filipov, il bravo attore Aleksei Guskov, ex grande direttore d’orchestra del teatro Bol'šoj, viene allontanato dal suo lavoro dopo il rifiuto da parte sua di non fare partecipare alla sua orchestra alcuni musicisti di origine ebraica.
Filipov continua, anche dopo la caduta del regime sovietico, a lavorare nel famoso teatro, ma solo come uomo delle pulizie; è proprio durante i suoi spostamenti all’interno degli uffici del teatro che, casualmente, si trova presente alla trasmissione di un fax:
l’orchestra viene invitata a tenere un concerto a Parigi al Theatre du Chatelet...
... per Filipov l’occasione è unica e irripetibile...
... riunire i vecchi membri della sua orchestra, (cominciando dall’amico Sacha Grossman autista di ambulanze e interpretato dall’attore Dmitri Nazarov) costretti come lui a mestieri di ripiego per sopravvivere e recarsi a Parigi fingendosi la vera orchestra del Bol'šoj...