K 38 intermezzo di Wolfgang Amadeus Mozart

direttore Joseph Wallnig

regia John Dew

Salisburgo 2006

La musica di Mozart si inserisce in quel periodo storico, la seconda metà del Settecento, in cui si assiste al passaggio dal cosiddetto stile galante allo stile classico, dall’introduzione del contrappunto, che fu di Bach, nell’opera: si tratta dell’uso contemporaneo di diverse linee melodiche indipendenti anche molto diverse tra di loro; ecco che lo stile classico della musica mozartiana si arricchisce di grazia e delicatezza, ma anche di grande potenza come nel “Don Giovanni”.

Benchè lo stile dell’ “Apollo et Hyacinthus”  conservi ancora legami col periodo tardo-barocco italiano, esso delinea anche notevole originalità nella partitura musicale.

Ma torniamo a noi. Nel libretto dell’ ”Apollo et Hyacinthus”, Padre Rufinus Widl trasformò il soggetto delle “Metamorfosi” di Ovidio: secondo la mitologia greca, i due giovani, Zefiro e Giacinto, erano innamorati di Apollo.

Quando il Dio dimostrò di preferire Giacinto, durante una gara di tiro al disco sulle rive del fiume Eurota, Zefiro ne deviò la traiettoria andando a colpire la testa di Giacinto, che cadde a terra esangue; è dal sangue della ferita che Apollo fa nascere il fiore che appunto porta il suo nome.

Padre Widl, nel libretto dell’opera, censurò però l’aspetto omofilo introducendo altri due personaggi: Melia, sorella di Giacinto, ed Ebalo (Oebalus), il padre dei due. Nella nuova versione Apollo e Zefiro sono entrambi innamorati di Melia; Zefiro, per sconfiggere il rivale, uccide Giacinto incolpando Apollo; quando Zefiro viene smascherato Apollo lo tramuta in vento e Giacinto in fiore.

All’epoca della scrittura di Mozart i ruoli erano tutti affidati a giovani fanciulli eccezion fatta per Ebalo, per la voce da tenore. Giacinto e Apollo venivano interpretati così da due fanciulli/soprani di dodici anni, Melia era un fanciullo/soprano di quindici e Zefiro un contralto di diciassette anni; la tecnica vocale richiesta per quest’opera doveva essere piuttosto virtuosistica.

Attualmente, per rappresentare l’opera mozartiana, ci si serve di giovani donne adulte.


L’intermezzo è costituito da tre parti: un Prolugus e due Chori. Il prologo veniva esguito prima dell’opera vera e propria, mentre il primo coro si inseriva tra il II e III atto, il secondo coro tra il IV e il V.

Veniva così a costituirsi l’impalcatura dell’intermezzo: una entrata (ouverture), una scena d’insieme, un terzetto, due duetti e cinque arie.

La partitura di Mozart prevede a livello orchestrale l’impiego di due oboi, due corni e archi, mentre per le parti recitative, quello di clavicembalo e violoncello.

Il 2006 è stato l’anno dei festeggiamenti dei duecentocinquant’anni dalla nascita di Mozart; in quell’anno in tutti i teatri del mondo il suo genio musicale è stato ricordato con opere e concerti.


La Deutsche Grammophon ha messo in commercio nel 2007 il dvd di “Apollo et Hyacinthus”, opera rappresentata al Festival di Salisburgo del 2006.

In questo periodo natalizio tale versione dell’opera è stata trasmessa sul canale tv satellitare Classica.

Melia e Zephyrus

Oebalus

Scheda dell’opera

         tratto da internet

Ci auguriamo che molti di voi abbiano potuto godere non solo delle soavi note mozartiane ma anche delle splendide scenografie meccaniche ad opera di Heinz Balthes (non dimentichiamo a tal proposito che fu proprio quel desiderio di meravigliare a portare a quelle grandi ricerche scenico-meccaniche proprie del secolo barocco), dei fantasiosi costumi di Josè-Manuel Vasquez, nonchè della magistrale regia di John Dew; a dirigere l’orchestra, il maestro Josef Wallnig.

LEADING TEAM
Josef Wallnig, Conductor
John Dew, Stage director
Heinz Balthes, Stage design
José-Manuel Vasquez, Costume design
Sinfonieorchester der Universität Mozarteum, 
CAST
Maximilian Kiener, Oebalus
Christiane Karg, Melia
Jekaterina Tretjakova, Hyacinthus
Anja Schlosser, Apollo
Astrid Monika Hofer, Zephyrus
Norbert Steidl, High Priest
Michiko Watanabe, Justice
Bernhard Berchtold, Christian spirit
Cordula Schuster, Mercy
Peter Sonn, A Christian
Christiane Karg, Worldliness

APOLLO ET HYACINTHUS

               Salzburg 2006

Ciao Onorina, vedo che la tua attività culturale è indefessa. Complimenti! anche per la qualità dell'impaginato del tuo sito.


( Ma se devo dire qualcosa, così leggermente su Mozart e dintorni, ti dirò che il frammento di opera ( etta ) visto su you tube ovviamente non mi ha entusiasmato.( non siamo in accordo su nulla...!? ) ma tutti quei gorghegi AAA  AAA AAA ... li ho sempre trovati un pò ridicoli ( e per fortuna che tu non ami il barocco ... ) e i mari di carta-pesta...trovo molto di "scolastico" in tutto ciò. Se poi vogliamo dire che il ragazzo ha 11 anni...allora cappello al genio, ma preferiamo il Mozart più adulto. Penso che esista un grosso problema nel melodramma in genere, grandi spunti di buona musica, quelli che l'hanno reso grande, ma anche molto "riempitivo", forse inevitabile, ma senza genialità, prolisso e povero di ispirazione.

Per cui infine la cosa migliore della bella pagina mi pare il quadro assai ben scelto di Jollain, ben misurato e già in prospettiva NEOCLASSICA!. )


Stammi sempre bene


SilvPan

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E allora, se possibile, godetevi le arie di Hyacinthus ( Jekaterina Tretjakova), di Melia (Christiane Karg) e la più spettacolare di Oebalus (Maximilian Kiener)

Ut navis in aequore luxuriante”. Della prima non vi sfuggirà di certo la profonda sintonia con l’aria di Papageno e Papagenache ritroveremo poi in  “Die Zauberflote” (Il flauto magico). Quei giochi allegri e scanzonati sembrano così accompagnare la grazia di una produzione così geniale che si evince già dal Mozart appena undicenne.


Ve ne proponiamo alcuni stralci da YouTube.


... uno spettacolo decisamente da non perdere ...

Lo spettacolo rapisce letteralmente lo spettatore: gli interpreti, oltre alle loro doti canore, dimostrano grande capacità e presenza nello stare sul palco, la gestualità precisa e molto studiata - specialmente nella figura del tenore Maximilian Keiner, all’epoca trentenne, nella parte di Ebalo - si distacca da molte interpretazioni spesso goffe, impacciate e dalla recita scolastica di molti cantanti operistici.

I costumi, come già dicevamo, sono delle creazioni sì di ispirazione barocca, ma che, nella loro estrema fantasia di forme, di colori, di volumi esagerati, si distaccano completamente dalla realtà, portandoci in una dimensione irreale e giocosa, che si sposa perfettamente con quelli che erano lo stile musicale e il personaggio di Mozart.

Unica pecca del lavoro di Dew: la pronunzia in latino degli interpreti che presenta notevoli difetti per quelle inflessioni proprie più della lingua tedesca che della latina.

“Morte di Giacinto”

N. R. Jollain, 1769

... a prescindere dai gusti personali di ognuno di noi, c’è nell’opera di Mozart una bellezza dei passaggi musicali e una raffinatezza del suo modo di “leggere” l’opera che va, a nostro avviso, al di là del gusto barocco dell’epoca, purtroppo passare solo per la visione su YouTube è chiaramente molto riduttivo ...  e delle sfumature strumentali, che si ripetono tra le varie arie, e della regia e delle scene e dei costumi ... per questo auguro ancora l’occasione di vederla in toto e magari dal vivo!

C’è infatti un’operazione raffinata ed elegante degli autori che non hanno messo in scena uno spettacolo in maniera “scolastica” ma, al contrario, hanno “rivisitato” ed evocato alcune metodologie di epoca barocca in una chiave del tutto moderna, in particolare nei costumi di scena che, nelle loro forme così esagerate, nei colori così stridenti e poco “classici” - vedi il costume di scena del personaggio di Hyacinthus e quello di Oebalus - tendono senz’altro ad allontanarsi - volutamente - dai canoni estetici normalmente da noi conosciuti dell’epoca, in favore anche di una sottile nota ironica.

Anche per questo il passaggio dal breve filmato di you tube alla visione itegrale è necessario per valutare appieno tutti gli elementi che vanno a costituire l’opera.

Insomma, per noi di ViaggiArte, chapeau a questa versione di “Apollo et Hyacinthus” ...


Onorina